Dove il sogno diviene realtà ….nonostante le avversitĂ
Ispirazione: commedia Plautina “Persa” ambientata nell’antica Grecia – Atene- che però presenta anche i tipici tratti della città romana (come Sarsina fu).
Questa storia comincia nell’anno 191 a.C., nel giorno della rappresentazione del “Persa”, commedia dell’autore sarsinate Tito Maccio Plauto. Tra gli abitanti del municipium romanum di Sarsina accorsi numerosi per assistere alla rappresentazione, c’era un giovane centurione romano, Lucio Aulo, di stanza in città .
Gli attori stavano dando vita alle vicende del servo ateniese Tossilo, pazzamente innamorato della bella schiava Lemniselenide, che raggira il lenone Dordalo per poter liberare la sua amata. Lucio, però, non riusciva a concentrarsi sulla storia: pochi posti più in là , infatti, sedeva Annia Felicula, la bella figlia del mercante Furio Ostilio, il quale le stava accanto sorvegliandola con aria severa. Il centurione avrebbe voluto avvicinarsi, era innamorato di lei da tempo ed era ricambiato ma Furio Ostilio non approvava la loro unione, così lui doveva accontentarsi di guardarla da lontano e sognare il loro futuro insieme. Il giovane sapeva che se non avesse affrontato il padre di Annia l’avrebbe persa, tanto più che la data stabilita per il suo ritorno a Roma si avvicinava sempre più velocemente; una parte di lui avrebbe voluto arrendersi, andarsene e rinunciare all’amore ma un’altra parte, speranzosa, lo tratteneva.
Perso in queste riflessioni, incrociò per un istante lo sguardo della ragazza che amava e in esso colse una luce incoraggiante; poi notò anche un gesto, appena accennato ma più che eloquente: di nascosto dagli scrutatori occhi paterni, Annia aveva ruotato sull’altra faccia il prezioso medaglione che portava al collo, un messaggio in codice con cui le giovani del tempo comunicavano ai loro innamorati l’invito a un incontro notturno segreto. Lucio, al colmo della felicità , non esitò a dare la propria disponibilità con un movimento degli occhi. Terminata la rappresentazione, tutto il pubblico si diresse verso casa e così anche i due giovani che di lì a poco si sarebbero incontrati furtivamente.
Il luogo prediletto per i convegni romantici clandestini erano le thermae della vicina Balneum, oggi Bagno di Romagna, le cui acque terapeutiche sono state decantate anche dal poeta Marziale. Lucio arrivò per primo e Annia lo raggiunse poco dopo in quell’angolo immerso nella selva e nella natura prorompente. Il cielo stellato, le lucciole e i suoni della fauna facevano da cornice, armonizzandosi con i dolci fumi delle acque calde. Intanto lo sguardo protettivo della ninfa Egeria, divinità delle sorgive, vegliava sui due amanti.
D’un tratto, delle grida furiose spezzarono quell’incantesimo: al teatro, Furio Ostilio aveva colto lo scambio silenzioso tra la figlia e Lucio, l’aveva seguita e aveva assistito a tutta la scena amorosa. In cerca di un nascondiglio, i ragazzi spaventati trovarono riparo nel canneto tra le pozze, sapevano che il padre di Annia sarebbe stato capace di tutto. Allora Egeria, mossa a compassione, decise di intervenire in loro favore e trasformò le urla di Furio Ostilio in esclamazioni di gioia per l’unione della figlia con il centurione. Mentre l’incanto aveva effetto, Lucio e Annia videro per un istante la figura della ninfa e, con la gioia negli occhi e nel cuore, la ringraziarono per aver protetto e realizzato il loro sogno d’amore.