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Piazza Armerina (EN)

Città dei Mosaici e del Palio dei Normanni.
Nel cuore della Sicilia, ricca di storia e circondata dalla natura

Si sa poco sull’insediamento originario di Piazza Armerina (Ciazza nel dialetto locale gallo-italico, Chiazza in siciliano): probabilmente esistevano una colonia di età greca nei pressi della Villa Romana, in contrada Casale, e successivamente un villaggio romano chiamato Plutia. Fonti musulmane documentano un fortilizio islamico che i Normanni di Guglielmo I ribattezzarono Placia o Platsa e che distrussero nel 1161 per punirne la ribellione. Gli stessi Normanni nel 1163 riedificarono poi l’abitato sul colle Armerino, dove ha tutt’ora sede, e vi fecero insediare delle popolazioni longobarde provenienti dall’Italia settentrionale che, tra le altre cose, lasciarono sulla parlata locale dei segni ancora oggi evidenti. Durante e dopo la dominazione sveva di Federico II, Piazza divenne una delle principali città del regno e conobbe un notevole sviluppo economico e demografico. Sotto gli esosi Angiò partecipò alla guerra del Vespro e con gli Aragonesi al trono di Sicilia vide approvati prima i “Capitoli” e poi le “Consuetudini di Piazza”, una vera e propria carta costituzionale. In quest’epoca la città mantenne la propria fedeltà alla corona aragonese durante le lotte contro papato e Angioni e per questo nel 1398 ricevette il titolo e i privilegi di città demaniale del regno, mantenendo nel tempo una notevole importanza amministrativa sul territorio. Nel 1517 Carlo V d’Asburgo la nominò Città e le attribuì l’appellativo di Urbs Opulentissima per la sua prosperità; dal 1817 divenne sede di vescovado con una vasta diocesi e nel 1863 ottenne il titolo di Armerina. Persa l’egemonia, venne accorpata alla Valle di Caltanissetta e dal 1926 passò alla Provincia di Enna.

Piazza Armerina è nota in tutto il mondo per la Villa del Casale, una dimora di epoca romana ritrovata poco fuori dalla città e riconosciuta dal 1997 patrimonio dell’Umanità UNESCO. Sorprendente per le dimensioni e lo stato di conservazione, ogni suo ambiente è decorato da notevoli pavimenti mosaicati perfettamente conservati: tra i soggetti più famosi, le scene di caccia, le ragazze in bikini, Polifemo e l’abbraccio degli amanti. Ma ogni anno, nei tre giorni che precedono Ferragosto, Piazza è anche Palio dei Normanni, la più importante e antica ricostruzione storico-medievale in costume del sud Italia, legata alle celebrazioni religiose della Madonna delle Vittorie, patrona della città. In una suggestiva atmosfera creata da costumi e scenografie che coinvolge gran parte del tessuto urbano, oltre 600 figuranti attraversano le vie cittadine rievocando l’arrivo a Piazza Armerina di re Ruggero d’Altavilla durante la guerra santa di liberazione dalla dominazione araba che egli condusse in Sicilia. La manifestazione culmina nella “Quintana del Saracino”, quattro prove di abilità a cavallo svolte dai rappresentanti dei quattro quartieri storici della città, simbolo della lotta contro gli invasori saraceni e della loro sconfitta. Il quartiere vincitore dei giochi riceve in premio un vessillo raffigurante l’immagine della patrona, in ricordo di quello che Ruggero d’Altavilla ricevette da papa Niccolò II e donò poi alla città. Una festa che lega storia, tradizione e spiritualità.

Una parte notevole del patrimonio immateriale di Piazza Armerina è il suo dialetto. Parlato in diversi Comuni della Sicilia centrale e orientale, è definito “gallo-italico” e possiede caratteristiche fonetiche tipiche delle parlate dell’Italia settentrionale e della macro-regione a sud delle Alpi che in epoca romana era chiamata Gallia cisalpina. Nel corso dei secoli le popolazioni colonizzatrici normanne e successivamente francesi e catalane hanno avuto un’influenza notevole sulla parlata locale, che originariamente era già una mescolanza di latino, arabo e greco, pertanto si è creata una lingua nettamente diversa per grafia e pronuncia dal resto dei dialetti siciliani. Oggi il “ciaccès ‘ncaucà” (l’ibrido linguistico che è il piazzese stretto) è parlato principalmente nella parte vecchia della città e dalle generazioni più antiche, mentre è considerato da quelle giovani come rozzo e inadatto ai cittadini più sofisticati. Tuttavia fin dall’inizio del Novecento a Piazza si è sviluppato un filone letterario teso alla conservazione e alla divulgazione di questo vernacolo tanto particolare e piuttosto riconoscibile per le sonorità che molto hanno del dialetto piemontese e del francese.

Piazza Armerina sorge su un’altura dei monti Erei meridionali, in provincia di Enna. È un’antica città di impianto medievale, con un pregevole centro storico normanno e barocco dominato dall’imponente Cattedrale dedicata alla patrona, Maria SS delle Vittorie. Il Sistema Museale cittadino (SiMPA) comprende il Teatro Garibaldi, la Casa Museo del Contadino, la Mostra permanente della Civiltà dello Zolfo, la Pinacoteca comunale e la Mostra permanente del Libro antico ospitata nell’ex collegio dei Gesuiti. Nella parte alta del paese si trovano il Castello Aragonese, fatto costruire dal re di Sicilia Martino I a scopi difensivi e convertito in carcere alla fine dell’800, e il Palazzo Trigona risalente al XVII secolo. Per gli appassionati di walking e trekking, perfetti i sentieri della foresta di eucaliptus del Parco Ronza, nella Riserva naturale orientata Rossomanno-Grottascura-Bellia, e il sito archeologico di Montagna di Marzo, entrambi a pochi chilometri dal centro abitato. Allo stesso scopo sono fruibili il Parco minerario di Floristella-Grottacalda, che unisce la storia della civiltà mineraria alla tranquillità del bosco, e l’“Itinerario dei cavalieri”, un pellegrinaggio conoscitivo ed emozionale: tre tappe in altrettante chiese, il cui arrivo corrisponde al Gran Priorato di S. Andrea, sede inoltre di un mulino ad acqua, presso il quale anticamente si dava assistenza a pellegrini e cavalieri in transito da e per la Terrasanta. Soggiornare a Piazza Armerina significa scoprire la storia e le tradizioni di una città profondamente legata al proprio passato, circondata dalla natura e proiettata verso l’informazione e la conservazione del proprio patrimonio.

Come arrivare

Esperienze N.A.O.S. a Piazza Armerina​

L’archetipo legame tra selva e uomo, la profondità esistenziale dei boschi incontaminati che si compenetra nella vita agropastorale.

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Le sorprendenti acque interne, per lo più frutto della manipolazione umana. Luoghi che anticamente poggiavano la propria economia su questa preziosa risorsa e la loro possibile nuova vita.

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Vivi l’esperienza di condividere il pranzo o la cena a casa di “un amico” che non sapevi di avere. Scegli tu dove andare, prenota e suona alla porta!

Storiografia dell’arroccamento, nascita e declino delle isole di umanità e del potere.

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Una passeggiata da ascoltare: scoprire un luogo si può anche a occhi chiusi, o bendati, cogliendo tutti i suoni che lo caratterizzano.


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Pratiche e attività tese alla crescita e all’arricchimento dell’individuo fuori da ogni contesto “materiale”. Percorsi orientati a un cammino di ispirazione spirituale e religiosa.

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I luoghi dove risiede il mito, l’allegoria delle stagioni come strumento di lettura del rapporto tra uomo e divino.

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Popoli, territori e aneliti di pace e libertà, dalla notte dei tempi alla storia più recente.

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Alla scoperta della storia dei luoghi e dei personaggi del passato, delle vestigia di popoli antichi e di tutto ciò che è fondamento della cultura del presente.

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