Naos Places
Bertinoro (FC)
Il “balcone della Romagna”, città del vino e dell’ospitalità. Luogo ideale per esperienze di benessere e buona tavola
“Non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro!” avrebbe esclamato Galla Placidia, regina dei
Visigoti, dopo aver assaggiato l’Albana delle vigne attorno al borgo sul monte Cesubeo, dandogli il nome
con cui oggi è noto.
Tradizione a parte, il borgo di Bertinoro è nato attorno alla Rocca, il castrum costruito sulla roccia intorno
all’anno Mille.
Forte fin da subito il suo legame coi pellegrini in viaggio da e per la Britannia, che vi facevano
tappa per ristorarsi.
Alcuni di questi fondarono la Badia vecchia, contenente le reliquie dei tre santi bretoni
Pascasio, Maglorio e Sansone, presso la quale fu successivamente edificata la cosiddetta Porta dei Tre Santi,
uno dei tre accessi storici alla città, costruita con una pietra arenaria calcareatipica del territorio chiamata
spungone.
L’imperatore Ottone III pose Bertinoro sotto l’influenza dell’arcivescovo di Ravenna e dei suoi successori,
poi il borgo fu assegnato a Federico I di Svevia. Al 1200 risale la Colonna delle Anella, o dell’ospitalità,
costruita allo scopo di sedare gli scontri tra le famiglie nobili della città, ognuna delle quali era
rappresentata da un anello agganciato al monumento.
Era costume che ogni pellegrino che giungeva nel
borgo dovesse essere ospitato dalla famiglia alla quale corrispondeva l’anello al quale il viaggiatore aveva
legato il proprio bastone o la propria cavalcatura. Nel 1278 Bertinoro e il suo territorio passarono dal
possesso degli Asburgo a quello dello Stato Pontificio insieme al resto della Romagna.Dal 1394 nella contea
si succedettero diversi signori, i Malatesta, gli Ordelaffi, i Borgia, i Carpi e gli Aldobrandini.
Nel 1580 la città
tornò definitivamente alla Chiesa fino all’unità d’Italia.
Le terre di Bertinoro vantano una solida tradizione vitivinicola che spazia dall’Albana al Sangiovese, vini tipici di Romagna, fino a produzioni più di nicchia come il Cagnina e il Pagadebit, così chiamato per la particolare resistenza dell’uva, la cui resa permetteva ai vignaioli di pagare i debiti del lavoro di cura delle vigne anche nelle cattive annate. L’Albana, primo bianco d’Italia, è dal 1987 vino D.O.C.G. e, in occasione di tale riconoscimento, in Piazza della Libertà è stata collocata una campana celebrativa artisticamente fregiata. Ogni anno segna coi propri rintocchi l’inizio della vendemmia e ricorda ad abitanti e visitatori il legame tra la città e il suo vino. Alla vita della vigna e al suo nettare Bertinoro ha dedicato anche una mostra permanente a cielo aperto, la “Strada della vendemmia”: lungo i cento metri di un vicolo della parte alta di Bertinoro si possono ammirare tutto l’anno sette tele di altrettanti pittori locali che raccontano il percorso di produzione, dalla piantagione alla bottiglia. Su questa tradizione si poggiano i principali eventi del borgo, aderenti alla Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì-Cesena: nel corso di quasi tutto l’anno si svolgono degustazioni e sagre, come l’Albana Dèi e la Giornata Europea della Città del Vino, durante le quali Bertinoro sfoggia orgogliosa le proprie tipicità. Tra queste è impossibile non citare la piadina che, accanto allo squacquerone, è di certo il simbolo indiscusso della cultura gastronomica romagnola. Ma Bertinoro è nota anche per la saba, uno sciroppo d’uva molto versatile, e il savòr, marmellata di mosto prodotta subito dopo la vendemmia. Per gli amanti del benessere e del relax, a pochi chilometri dall’abitato bertinorese sorge la frazione di Fratta Terme. Tredici ettari di parco urbano, sette sorgenti ricche di sali minerali e lo stabilimento “Terme della Fratta”, il più fornito dell’Emilia Romagna, fanno di Fratta un’oasi di pace immersa nel verde e dedicata alla salute e alla tranquillità di chi vi soggiorna.
Borgo dalla conformazione tipicamente medievale sulla cima del monte Cesubeo, nel cuore della Romagna, Bertinoro è dominata dalla sua Rocca. La fortificazione è inserita nel Circuito Castelli e Rocche della Comunità montana dell’Appennino forlivese, oggi ospita un pregevole simbolo di tolleranza e unità religiosa, il Museo Interreligioso dedicato alle tre grandi religioni monoteiste. Il cuore della città è Piazza della Libertà, con Palazzo Ordelaffi, la Cattedrale e la Torre dell’orologio in fila da un lato e dall’altro la terrazza sulla pianura romagnola e sul mare che ha valso a Bertinoro l’appellativo di “Balcone della Romagna”. Ai piedi della Torre, la Colonna delle Anella che è teatro ogni anno del Rito dell’ospitalità, nata dalla tradizione medievale e simbolo dell’accoglienza verso gli stranieri: a ognuno dei dodici anelli della Colonna vengono appese altrettante buste che contengono il nome di una famiglia, di un ristoratore, di un’associazione di Bertinoro che in quel giorno è disponibile a ospitare a pranzo chi sceglierà la rispettiva busta. Poco più in là, la via dei Mestieri Scomparsi, una stradina nella quale sono esposti sei dipinti di artisti contemporanei che celebrano il passato e le antiche tradizioni del borgo e dei suoi artigiani. Non mancano le esperienze su due ruote, come il tour per mountain bike e gravel “Sugli sterrati tra le vigne di Bertinoro”: partendo dal centro del borgo, il percorso si snoda tra le colline, per buona parte su sterrati e piacevoli saliscendi ma anche qualche salita più impegnativa. Soggiornare a Bertinoro significa passeggiare per stradine acciottolate dal sapore antico, gustare eccellenze vitivinicole legate alla tradizione e al territorio e ammirare stupendi panorami in ambienti lontani dal caos cittadino.
Come arrivare
- Aeroporti più vicini: Forlì Ridolfi (FRL) – Rimini Fellini (RMI) – Bologna Marconi (BLQ)
- Coordinate GPS Bertinoro da Google Maps: 44.149192706044836, 12.133848766025176
- In autobus: www.startromagna.it - Linea 134
- In treno: www.trenitalia.it (fermata Forlì)
Esperienze N.A.O.S. a Bertinoro
Esperienze legate al piacere e alla bellezza, che appagano gli organi di senso. Armonia percettiva frutto dell’integrazione tra enogastronomia, ludus e ambiente naturale.
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I luoghi e la natura delle aree interne, dove il bosco, i monti, il cielo e le acque si fondono e si aprono
all’esplorazione.
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Spostamenti legati a particolari eventi episodici, periodici o permanenti, come la fruizione di mostre, rassegne, concerti e iniziative culturali.
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Viaggio dinamico, su percorsi predefiniti ma anche in libera fruizione, nel quale il mezzo di trasporto
diventa mediatore dell’esperienza.
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Storiografia dell’arroccamento, nascita e declino delle isole di umanità e del potere nel periodo pre e post feudale.
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Alla scoperta della storia dei luoghi e dei personaggi del passato, delle vestigia di popoli antichi e di tutto ciò che è fondamento della cultura del presente.
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I prodotti tipici, eccellenze uniche e caratteristiche dei territori: stagionalità, qualità, le modalità di produzione e un consumo attinente al luogo.
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