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Agira (EN)
Storia, mito, sapori e spiritualità nella valle del Salso.
Città natale di Diodoro Siculo e patria della tradizionale cassatella.
L’odierno abitato di Agira sorge sul sito strategico di Agyrion, uno dei centri sicani più antichi e una delle maggiori città greche dell’isola fino alla nascita di Siracusa e Agrigento. La storia della sua fondazione si mischia alla leggenda: secondo lo storico agirino Diodoro Siculo, Ercole e il fedele amico Iolao passarono da Agyrion e, grati per le cure ricevute, vi scavarono un lago ed edificarono una palestra e due templi, uno dedicato a Gerione e uno a Iolao. A testimonianza dell’importanza del luogo e del legame col mito, la zecca di Agyrion, attiva fino al V secolo a.C., coniò monete con l’effigie del mitico eroe.
In epoca romana Agirium divenne nota per la produzione di grano, vino, olio e anfore per il resto dell’impero, pertanto si sviluppò come città di riferimento per una vasta e importante zona agricola, condizione che ha mantenuto fino a epoche recenti.
Nel V secolo il taumaturgo siriaco Filippo giunse ad Agira con il compito di evangelizzare la popolazione e grazie a lui molte strutture greche subirono un cambio di destinazione in favore del nuovo culto. Un esempio è il tempio di Gerione, convertito in chiesa con annesso monastero e dedicato a san Filippo. Tanta fu la devozione per questa figura che la città prese a chiamarsi “San Filippo d’Agira”, nome che ha mantenuto fino al 1860.
I monaci greci giunti nel monastero mantennero la cultura bizantina finché nell’XI secolo Ruggero d’Altavilla, che aveva sconfitto i Saraceni sulle rive del fiume Salso, prese anche Agira. Anche i Normanni edificarono nuove chiese sui precedenti templi greci.
Nell’ambito del proprio piano di fortificazione dell’isola, Federico II di Svevia fece costruire la Torre centrale ottagonale del Castello sulla cima del monte Teja, già usato per scopi di rappresentanza dai Siculi e poi fortificato dagli Arabi.
La città insorse contro gli Angioini durante la rivolta dei Vespri siciliani, poi gli Aragonesi la cedettero come feudo ai Chiaramonte. Dal 1408 divenne città demaniale e dal XIV al XVI secolo, con la dominazione spagnola, fiorì riempiendosi di monasteri e nuove chiese. Fino al 1492, anno in cui venne emanato l’editto di Ferdinando il Cattolico che espelleva gli Ebrei da tutti i territori di influenza spagnola, è documentata la presenza di una comunità ebraica, che lasciò una Sinagoga e un aron in pietra, l’armadio in cui venivano conservate le Scritture, l’arca santa più antica d’Europa.
Fiorente e popolata fino al XVI secolo, nei secoli la situazione demografica di Agira andò peggiorando nonostante la prosperità data dall’estrazione dello zolfo e dall’attività agricola e artigianale, finché nella seconda metà dell’800 la popolazione cominciò a emigrare.
Nell’estate del 1943, dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia, i dintorni della città furono interessati da una battaglia tra le forze dell’Asse, quelle inglesi provenienti da Catenanuova e quelle canadesi che venivano da Agira: 500 soldati della divisione canadese, periti durante lo scontro, sono stati seppelliti in un cimitero di guerra creato alle pendici del monte Teja e ogni anno vengono ricordati per il loro sacrificio.
Il dolce simbolo della città di Agira è senza alcun dubbio la cassatella: un involucro di sottile pasta frolla contenente un piacevole ripieno di mandorle tostate e tritate, cacao, farina di ceci, cannella e scorza di limone. Sebbene la dominazione spagnola ne abbia influenzato la creazione, non si conosce l’origine precisa di una ricetta tramandata da una generazione all’altra e caratterizzata dagli ingredienti tipici della tradizione culinaria dell’entroterra siciliano. Gli abili artigiani pasticcieri di Agira trattano attentamente ogni prodotto seguendo un procedimento molto laborioso che comporta anche alcuni passaggi mantenuti gelosamente segreti. A questa deliziosa mezzaluna spolverizzata di zucchero a velo Agira dedica una sagra ogni anno, durante la quale è possibile degustare anche altri prodotti della tradizione agirina.
Oltre alla cassatella, sono tipici gli infasciateddi, dolci del periodo natalizio di pasta frolla a forma di esse e ripieni di miele e mandorle, e le vastedde fritte, pezzetti di pasta di pane fritti e rotolati in zucchero e cannella.
Agira è la meta ideale per concludere con dolcezza un piacevole viaggio gastronomico.
Agira sorge sulla sommità e alle pendici del monte Teja, sulla valle del fiume Salso, in provincia di Enna.
Il centro storico di impianto medievale, visitabile a piedi, presenta diverse chiese splendidamente decorate, quasi tutte ricostruite dopo il terribile terremoto del 1693. Interessante il dedalo di viuzze, cortiletti e scalinate del quartiere dalla conformazione urbanistica tipicamente araba delle Rocche, insieme al Museo della civiltà contadina allestito in una delle antiche case della zona. Dall’altra parte del paese, nella chiesa del Salvatore, si può ammirare l’aron in pietra più antico d’Europa, unica traccia rimasta della comunità ebraica di Agira insieme alla Sinagoga ormai in disuso.
Nella chiesa dedicata a san Filippo, e nella quale egli è sepolto, si perpetra il culto del patrono della città, in grado di guarire i malati e liberare i posseduti. Questo culto dal V secolo si è sovrapposto a quello greco di Ercole, del quale è stata mantenuta l’usanza di offrire le ciocche di capelli dei fanciulli. Poco distante, la grotta di san Filippo che secondo la tradizione locale sarebbe stata la prima abitazione del santo al suo arrivo ad Agira, e nella quale i devoti si riuniscono per pregare. Agira è entrata a far parte del progetto turistico del “Cammino di san Filippo”, insieme ai Comuni di Santa Venerina, Valverde, Aci Sant’Antonio e Limina, alla scoperta dei luoghi legati alla vita e all’opera del santo.
Poco fuori dalla città si trova la Riserva Naturale Orientata del Vallone di Piano della Corte con il suggestivo “Pioppone”, un pioppo secolare inserito nell’elenco nazionale degli alberi monumentali. Un’immersione nella vallata argillosa tra pioppi, olmi, salici e querce per un totale di 200 ettari di area protetta.
Soggiornare ad Agira significa gustare i sapori della cucina tradizionale, immergersi nella storia della città scoprendo il suo patrimonio unico e godere della tranquilla atmosfera e dei panorami montani.
Come arrivare
- Aeroporti più vicini: Catania Fontanarossa (CTA) - Palermo Falcone e Borsellino (PMO)
- Coordinate GPS Agira da Google Maps: 37.65728161360132, 14.524029602271455
- In autobus: www.etnatrasporti.it - www.saisautolinee.it
Esperienze N.A.O.S. ad Agira
Pratiche e attività tese alla crescita e all’arricchimento dell’individuo fuori da ogni contesto “materiale”. Percorsi orientati a un cammino di ispirazione spirituale e religiosa.
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Storiografia dell’arroccamento, nascita e declino delle isole di umanità e del potere.
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I prodotti tipici, eccellenze uniche e caratteristiche dei territori: stagionalità, qualità, le modalità di produzione e un consumo attinente al luogo.
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